Domenica 22 gennaio, un tranquilla camminata con PassoBarbasso nei dintorni di Chivasso ha disteso i miei pensieri.
La città di Chivasso, da sempre collegata nella mia mente al treno da Milano, l'ultima fermata prima di entrare a Torino nei ritorni a casa, fa ora, negli stessi viaggi di ritorno, da rimando all’atmosfera respirata in quella passeggiata.
Ero partita con i pensieri a mezz'asta, vestita troppo leggermente per il freddo che faceva. C'è voluta una bella cioccolata calda per riscaldare il corpo e l'anima e farmi muovere passi più' decisi. Dapprima tra le case, a guardare la chiesa, la torre e l'imbocco elegante del Canale Cavour. Poi nei campi, tra veli di vegetazione adagiati su rami spogli, fino alla spiaggia sul fiume, a scrutare stormi di uccelli già lontani al nostro arrivo.
E' stato divertente constatare che nuovi camminatori fotografavano con più foga di quanto fossimo già abituati. E il pranzo con soppressata Calabrese, fontina Valdostana e dolce Umbro è stato 'unificante' tra vecchi e nuovi amici ed ennesimo tributo all'unità d'Italia a lungo celebrata fino a poche settimane prima.
Nel pomeriggio, una puntatina alla gigantesca chiesa di Verolengo, colosso sproporzionato tra case modeste, ha preceduto l'arrivo alla stazione, piccolissima e dimenticata dal resto del mondo.
Nonostante i proverbiali disguidi della mobilità ferroviaria, i saluti e gli arrivederci sono stati accompagnati da grandi sorrisi. E l’umore ne ha giovato.
Laurarag (Foto di Sara Cantarutti)